Dico all'operatore: cominciamo a riprendere da oltre il paese, c'è un blocco di rocce sullo sfondo, la casa notale di un papa. Da lì inizieremo le riprese del programma. Il regista è lui, e bravo, ma i luoghi li conosco io. Attraversiamo la stradine del paese e ad un arco non si passa: la macchina e più grande dell'arco. Girare non si può: marcia indietro e supermanovre per uscirne, Ma perchè non mi ero reso conto passando a piedi di quanto ingombra una macchina. Mentre cammini tutto si apre, vai lento e passi dove per secoli è passato persone e animali.
Dove voglio arrivare con questo discorso: ma ve lo immaginate quanto scempio abbiamo fatto per andare più veloci? Autostrade e superstrade che sventrano intere regioni, eliminazione di curve pericolose, poi i parcheggi, ecc, quante migliaia di persone per arrivare con l'auto davanti casa hanno abbattuto piante, muretti ?. Quanto territorio tolto alla natura per essere più veloci!
Che poi, -per fare l'ultimo viaggio- non c'era bisogno di allargare la strada del cimitero, bastava rinunciare a quei lugubri e imgombranti carri funebri di moda oggi: bastava un asino.
martedì 12 giugno 2012
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1 commento:
Quanta saggezza Maresco nelle tue parole. Per le mie brevi vacanze però ho scelto di fare un tuffo nel passato.All'isola di Capraia c'è una sola strada asfaltata lunga 800 m dove possono circolare con auto, moto e bici solo i residenti e già sembra troppo
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